lunedì 17 novembre 2008

Tristezza


Che tristezza;
Sono andato al supermercato.
C’erano gli scaffali ricolmi di capanne di plastica, quasi come se uno tsunami le avesse portate tutte quante con sé;
c’erano statuine di Dei in plastica, fabbricati in paesi lontani dove non sanno nemmeno il nome di questi Dei;
c’erano scaffali ricolmi di giocattoli, quasi che nemmeno tutti i bambini della Terra potessero giocare tutti assieme per una volta almeno;
che tristezza;
anche quest’anno è arrivato il Natale;
festa dove improbabili parenti si incontrano intorno ad un tavolo, incuranti della fame che il mondo ha e avrà sempre, per ingozzarsi e per parlare di quanto si vogliano ipocritamente bene, sorrisi di facciata e la morte nel cuore;
festa di Dei succedutisi nel tempo, da Horus a Mithra fino ad un Dio Ebreo che non riuscì nemmeno a salvare sé stesso.
Festa di benpensanti, festa di bigotti che professano la carità, ma poi fuori dal tempio dove vanno ad onorare il loro Dio, non hanno nemmeno la forza di dare una moneta ad un povero che nel freddo tende loro la mano;
che tristezza;
siamo tutti buoni, tutti uguali, anche tu che vivi in una capanna fatta di sterco seccato al sole e io che vivo in una casa di mattoni e mangerò fino a stare male; certo siamo uguali, sicuramente;
E questo Dio che stà a guardare tutto questo, forse non è nemmeno migliore di loro.

5 commenti:

  1. Purtroppo più passa il tempo e più ci rende conto dell'assurdità di queste feste (così come ci vengono propinate attraverso il consumismo frenetico).
    E che noi siamo i primi ad attivare questa macchina diabolica permettendo ai nostri figli di vivere nell"avere" e non nell"essere" e noi incentiviamo questa cosa per non permetter che il nostro piccolo "soffra" per non essere uguali agli altri!

    Noi siamo il problema! Noi vogliamo l'auto più potente (Freud avrebbe da dir sulla potenza dell'auto...), noi vogliamo imbottirci di qualsiasi cosa e far finta di volerci bene (ma credo che si ami di più il prosciutto che il fratello o l'amico...).

    Dio?..... resterei a guardare anch'i così!.... Mi sa che non gli restano nemmeno gli occhi per piangere!

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  2. Quest'anno celebrerò il solstizio in modo solenne, con tunica bianca e sacerdoti di Apollo.Ne sono felice, per la prima voltà festeggerò il Sole invitto.

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  3. Proprio da te queste riflessioni, Cosmopolita? Il problema non è Dio, nè le piccole miserie a cui si attaccano gli uomini ciechi, calcarei, che attraversano la vita senza cercare un proprio senso...Il problema, forse è Perche' c'è la Fame nel mondo. E come noi ,piccoli, singoli confusi e svegli, possiamo fare, adesso e quì, qualcosa...Cosa stiamo facendo noi?...Oggi e quì? A parte sparare sulla Croce Rossa ?!

    Perdona l'anonimato del momento ( non spiego oltre che è complicato...), ma ti seguo con assiduita' e di te ho sempre apprezzato la fattivita'e...forse, la sensibilita'

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  4. ...sparare sulla croce rossa??
    cosa possiamo fare per risvegliare le coscienze, a parte cercare di gridare nel vuoto che ci circonda??
    e Dio nel frattempo che fà??
    stà a guardare???

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  5. Forse possiamo smettere di gridare e cominciare a fare, a dire, nel nostro piccolo semplice oggi. " Dio " degli uomini sta a guardare si, è vero, ma cosa? Quello che l'uomo ha fatto? Quello che continua a fare di se' e dei simili e della Terra ? E poi chi è Dio? Il vecchietto con la barba bianca, cinicamente ironico, o la forza della luce in noi, che è capace di " modificare" le cose? ( purtroppo non sempre per il meglio, vedi come abbiamo ridotto noi e la natura)
    Forse l'unica via per cambiare le cose è migliorare noi stessi.
    E forse non smettere mai di NON giudicare nessuno, neanche noi.

    PS: Spero di potermi presto firmare. Grazie.

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